Mio
papà aveva quasi due anni quando, il 7 aprile del 1928, un venerdì santo,
nacque mia mamma Ines. Dopo la morte della primogenita Ines, avvenuta due anni
prima, i genitori Battista e Angela non riuscivano a darsi pace, quasi impazziti
per una perdita così atroce, una figlia morta a 21 anni. Soprattutto papà Battista
era prostrato, tanto da desiderare ardentemente una nuova Ines, una figlia che
potesse in qualche misura consolare tanto dolore. In questo clima è nata mia
mamma, una bella bimba vivace. In foto una primissima immagine, credo con mamma
Angela e poi la mamma dal fotografo, in posa.
Il
14 maggio del 1980, durante un momento di malattia, su mio consiglio la mamma
tenne un diario, che la accompagnò sino alla morte. Quel 14 maggio sentì il
bisogno di raccontare in sintesi la sua vita, parole che oggi rileggo con le
lacrime agli occhi:
‘Voglio narrare, e la
memoria mi aiuti, il passato, nel bene e nel male, della mia vita. Nacqui un
giorno della Settimana Santa del lontano 1928. Nacqui in una famiglia dove il
ricordo della morte di una figlia ventenne era ancora molto vivo e cocente. I
ricordi più lontani della mia infanzia furono legati, per parecchio tempo, al
dolore dei miei genitori per la perdita della figlia e alle passeggiate al cimitero.
Vivevo così i miei primi anni di vita con due genitori, ormai non più giovani,
e con due fratelli Bruno e Mario (13 e 17 anni di differenza)
troppo impegnati a costruirsi la loro
esistenza per poter giocare con me. A questa bambina molto vivace rimanevano i
giochi all’asilo e un bambino, di nome Mario, per il quale nutrivo un certo
attaccamento e giocavo, ogniqualvolta mi era permesso, sullo stesso
pianerottolo….’
18-continua
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