sabato 25 marzo 2017

Ines & Mario story - 42





La luna di miele durò un attimo. Ecco cosa scrive mia mamma:
‘Dopo un brevissimo periodo di felicità ne seguì uno di grande dolore: morì il mio caro papà. Era il 30 agosto 1953. Soffrii moltissimo e mi accorsi solo allora quanto volevo bene a quel meraviglioso papà, orgoglioso dei suoi figli e generoso come pochi.’
Mia mamma non nascose mai a noi figli la sua predilezione per papà Battista; con mamma Angela i rapporti erano più difficili, forse a motivo della sua costante malinconia. Per fortuna arrivò anche la gioia:
‘Erano passati tre mesi dal matrimonio e mi accorsi che Dio mi stava donando una creatura da crescere e da amare. La gioia arrivò alle stelle e a parole non la potrei descrivere. Nove mesi meravigliosi di splendida salute, di preparativi scrupolosi e di un amore coniugale veramente benedetto da Dio. Nacque così il nostro primo figlio: Guido, la figura in miniatura di mio padre che tornava fra le mie braccia. Lo battezzammo il 25 luglio 1954, ad un anno esatto dal matrimonio…’
Ecco in foto papà Battista e il giorno del battesimo di Guido. E poi Guido che suona il pianoforte. Non credo sia il piano che tenevano in casa i miei genitori, ma ne approfitto per dire due parole sul piano Anelli nero, verticale, che ancora ricordo e che si trova oggi in casa di mio fratello Paolo.
Mia mamma da principio si esercitava su di un piano di poco valore poi, durante la guerra, il signor Luciano padre fece notare a papà Battista che la Ines, visto il livello raggiunto, abbisognava di un piano di maggior pregio. Il Battista obiettò che ‘gh’evan mia danèe’, non c’erano soldi per un acquisto così oneroso. Nell’aprile del 1944 Varese subì due bombardamenti. Venne colpita anche una villa, rasa al suolo per metà; la metà intatta conteneva un piano Anelli nero verticale, appena acquistato dai proprietari, che venne segnato solo da qualche sasso. Luciano lo ritirò e lo vendette al Battista ad un prezzo di favore. Così entrò in casa mia il piano nero Anelli di Cremona, sul quale ho maldestramente appoggiato anche le mie dita.

42-continua

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