Mio padre ha visto invece ben poche
volte il terzo fratello di sua mamma, Giuseppe Mazzola. Anche lui andò in
Francia come muratore, si sposò ed ebbe due figli, Elia e una ragazza, morta
giovane per tubercolosi. Lo zio Giuseppe non solo perse presto una figlia, ma
anche la moglie, rimanendo con il figlio maschio, Elia. In foto vediamo Elia e
poi sempre lui con il padre, in Francia. Vennero molto raramente a Sant’Ambrogio,
rimanendo fissi ad Hannonville sour-les
Cotes. Giuseppe passò dal lavoro di muratore a quello di commerciante di
formaggi e poi, con il figlio Elia, di trasportatore con i camion. Ricordo di
aver visto qualche volta questo cugino di mio padre, Elia, qui a Varese. Era
simpatico e sapeva parlare solo in francese e in dialetto bosino: non conosceva
l’italiano! Il figlio Michelle continua il lavoro del padre.
Infine ecco l’ultimo fratello di mia
nonna, Angelo, qui in foto molto elegante, con cappello bianco e baffi
impomatati. La sua vicenda è certamente singolare. Andò a militare e lo
spedirono a Pantelleria. Nell’isola faceva l’attendente (cioè il servitore) del
comandante. Fra i vari incarichi, doveva portare la biancheria da lavare e
stirare, presso una famiglia che aveva molte ragazze. Porta oggi porta domani,
divenne di famiglia, come si dice, e spesso era invitato a cena. Durante una
cena (così racconta mio padre) cadde una forchetta a terra, Angelo si abbassò
per prenderla e, vinto dalla tentazione, accarezzò una gamba di Anna, una delle
giovani stiratrici. Il padre della ragazza lo vidi e gli intimò, a quel punto,
di sposarla. Pur considerando le ‘leggi matrimoniali’ del Sud Italia, mi pare
davvero eccessiva come soluzione, forse c’è dell’altro che Angelo mai raccontò,
fatto sta che sposò Anna, non tornò nemmeno a casa e si trasferì a Tunisi, dove
la famiglia della sposa aveva una casa. Tornò a Sant’Ambrogio sette anni dopo,
con un bimbo, Giuseppe. Poi nacque anche Ines (foto). Cosa fece Angelo in
Italia non lo so, morì lasciando il figlio Giuseppe con una buona carriera,
mentre la moglie Anna e la figlia Ines (non sposata) probabilmente erano un po’
spaesate. Ad un certo punto entrò in scena un certo Carlino, nipote della zia
Anna, che da Pantelleria iniziò le ricerche di questa parente. Scoperto che era
a Varese, fece di tutto per convincerla a tornare a Pantelleria con la figlia
Ines. E così avvenne. I miei genitori (e lo vedremo in seguito) andranno a
Pantelleria a trovare Ines e Carlino, un personaggio che lì nell’isola chiamano
don Carlino.
59-continua
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