Mi
dilungherò solo sulla vacanza del 1968, perché il primo amore non si scorda
mai. Dunque….fu la nostra prima vacanza familiare, la prima con l’auto, la
prima in tenda: tante primizie tutte in una volta. Venivamo da anni e anni di
vacanze in colonia (a parte il piccolo, Paolo), la mia ultima fu, in quinta
elementare, a Gatteo a Mare. Poi arrivò l’estate del 1968. Date le ristrettezze
economiche, non restava che il campeggio, fra l’altro in auge proprio in quegli
anni. Ecco dunque una tenda a capanna Cabanon, sei posti (risicati) solo per
dormire, sei brandine, un tavolino, un fornellino a gas in miniatura, l’auto
strapiena, dentro (con sei occupanti) e sopra. Unica meta certa iniziale: Riva
di Trento, sul lago di Garda. Una settimana, poi il vento continuo e
disturbante convinse i miei a cambiare meta: perché non tornare sulle dolomiti,
a 15 anni dal viaggio di nozze? Detto fatto si partì per il campeggio di
Canazei, in Val di Fassa. Ricordo come fosse oggi, ero in auto, verso la Val di
Fiemme, nebbia, pioggia, freddo. I miei, preoccupati, si erano fermati a Trento
a comprare qualche sacco a pelo. E ben fecero. Montammo la tenda sotto il
diluvio. E per sette giorni, proprio come per Noè, la pioggia fu fedele
compagna. Ricordo la salita in auto al Passo Sella (gioii, per la prima volta
salivo sopra i 2000 metri) e al Passo Pordoi: naturalmente pioveva. E poi la
mitica passeggiata all’Alpe di Siusi, per tornare al Floralpina. Imboccammo la
Val Duron in auto che non pioveva, ma il cielo era grigio. Ad un certo punto la
salita si impennava, mio padre spinse al massimo la sua Fiat 600 ma fu
costretto a bloccarsi. Iniziammo a camminare verso l’Alpe, iniziò a piovere.
Avevamo in dotazione un impermeabile fantozziano lungo e leggero, marrone, con
tanto di coppola. Arrivammo dopo un lungo itinerario, stanchi e affamati, al
Floralpina, diventato nel frattempo un grande albergo. Lì mangiammo. Rivedo l’emozione
dei miei genitori, il loro entusiasmo nonostante le fatiche e le previsione
meteo avverse. Scappammo dalla Val di Fassa dopo una settimana, puntando verso
il sole e il mare. Eccoci in foto al Passo Rolle, verso il mare. I miei scelsero
un campeggio di fronte a Venezia, praticamente a Porto Marghera: il mare era
petrolio. Infatti era impossibile fare il bagno, possibilissimo invece essere
punti dalle zanzare. Visitammo Venezia, a causa di una incomprensione (il Mario
non aveva precisato Menù Turistico) i miei pagarono un’enormità una fetta di
carne e patate alla Cà Bernard, in pieno centro, alla partenza l’auto andò in
panne e fummo costretti a sostare subito da un meccanico, ma comunque, in qualche
modo, arrivammo a Varese.
51-continua
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