In
fondo non faccio che proseguire un lavoro iniziato da mia mamma Ines, dalla
quale ho preso senza dubbio il desiderio di ricordare, per iscritto, il
passato. Probabilmente la mamma lo
faceva anche perché qualcuno si ricordasse di lei, ed io faccio lo stesso,
uniti dal timore della dimenticanza. Non so, è un bisogno. Dopo aver (con assai
poca modestia) tracciato una mia autobiografia, ora vorrei parlare di mamma
Ines e papà Mario, cioè coloro che mi hanno generato, cioè sempre parlare di
me, alla fine. Un nuovo viaggio nel passato, rubando tempo al presente, una
rapina della quale forse un giorno mi pentirò, rimpiangendo di non aver
adeguatamente giocato i miei talenti. O forse no.
Mamma
Ines, negli anni Settanta, diede inizio ad una sistemazione delle molte
fotografie sparse per casa, radunandole in album per generi. Inoltre si mise
alla ricerca dei suoi avi, suoi e di suo marito, andando nei Comuni e negli
archivi parrocchiali. Ora sfrutto la sua fatica, cominciando da chi è nato
prima, e cioè mio padre, classe 1926.
Il
ramo paterno si ferma, nel passato, agli inizi del 1700, perché oltre non si trovavano
documenti nella parrocchia di S.Ambrogio, bisognava andare a Velate, e lì le
ricerche si fermarono. So che il discendente più antico di papà Mario, del
quale si ha traccia scritta, è (guarda caso) un certo Carlo Zanzi, nato il 3
aprile del 1721 a S.Ambrogio Olona, di professione agricoltore. Mio padre è
quindi santambrogino doc, almeno dal 1700. Ecco alcune immagini di S.Ambrogio
intorno al 1920, più o meno quando nacque il Mario.
1-continua
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